Oggi, il Nuovo Calendario del Cibo Italiano, celebra la giornata di Salvo Montalbano.
Per i pochi che non lo conoscono, Salvo Montalbano è “un personaggio immaginario, letterario e televisivo protagonista dei romanzi di Andrea Camilleri e delle serie televisive derivate. E’ un commissario di polizia che svolge le sue funzioni nell’immaginaria cittadina di Vigata, sulla costa siciliana.” Caratteristiche salienti del personaggio sono “l’amore per la buona cucina e le buone letture, i modi piuttosto sbrigativi e non convenzionali nel risolvere i casi e una storia d’amore controversa e complicata con una donna anch’essa complicata”. (fonte Wikipedia)
Si tratta quindi di un uomo mediterraneo schivo, solitario, con un forte senso morale, dal carattere spigoloso, ma anche un uomo goloso affetto da uno smisurato appetito.
In effetti il cibo attraversa tutte le storie di Camilleri che hanno come protagonista il commissario Montalbano: la passione per il cibo ha una valenza così forte da prevaricare addirittura la passione amorosa. Stranamente però non è lui il detentore dei segreti della cucina, ma altri (la cameriera Adelina che spesso gli lascia la cena pronta e l’oste Calogero – e il suo successore Enzo – proprietario dell’omonima trattoria presso la quale Montalbano si reca a consumare i suoi pasti.
Ho letto a suo tempo diversi romanzi di Camilleri con protagonista il commissario, ed ho visto tutte le stagioni della serie Rai con Luca Zingaretti nelle vesti – azzeccatissime – di Salvo Montalbano e quest’estate, durante le vacanze ho portato con me un paio di romanzi recuperati a casa dei miei (la vera cultrice di Camilleri era mia madre).
Quello che mi ha colpito di più, più della passione per il cibo che permea ogni pagina scritta, è la passione per il cibo inteso come ritorno alle origini e alle tradizioni della Sicilia di quando Montalbano (Camilleri) era piccolo, scene in cui il semplice aprire la porta del frigo lo portano come sulla soglia di un varco spazio-tempo “…e ogni volta che stava per raprire il forno o il frigo gli si riformava dintra la stessa trepidazione di quando, picciliddro, alla matina presto del due novembre cercava il canestro di vimini nel quale durante la notte i morti avevano deposto i loro regali” (Il cane di terracotta, p. 41) oppure quando mangiando un piatto che gli preparava la nonna, si sente tornare picciliddro, come ne La voce del violino: “Vuoi mangiarti tanticchia di pane di frumento? L’ho sfornato manco un’ora fa. Te lo conzo?’ Senza aspettare la risposta, tagliò due fette da una scanata, le condì con olio d’oliva, sale, pepe nero e pecorino, le sovrappose, gliele diede. Montalbano niscì fora, s’assittò su una panca allato alla porta e al primo boccone si sentì ringiovanire di quarant’anni, tornò picciliddro, era il pane come glielo conzava sua nonna. Andava mangiato sotto quel sole, senza pinsare a niente, solo godendo d’essere in armonia col corpo, con la terra, con l’odore dell’erba”. (La voce del violino, p. 102, 103).
Le mie tradizioni non sono quelle di Salvo Montalbano o di Andrea Camilleri. Sono nata a Roma, in una città di cemento, dove lo spazio per i cieli azzurri e il verde è molto limitato, dove l’aria ha l’odore dello smog e le erbe selvatiche che crescono per strada non possono essere raccolte. Ma ho la fortuna di avere le tradizioni di mio padre e di mia madre cui attingere, quelle dei castelli romani e quelle calabresi che ogni tanto riemergono nel mio modo di cucinare e di approcciarmi alla cucina.
Ed ecco anche il perchè della scelta del piatto: uno dei piatti della tradizione per antonomasia – la pasta alla Norma, con l’aggiunta del pesce spada, uno dei pesci che amo di più…
Porzioni |
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- 400 g mezzemaniche
- 1 kg pomodori maturi
- 1 cipolla
- 4 melanzane
- 300 g pesce spada
- 1/2 bicchiere vino bianco
- basilico in abbondanza
- olio extravergine di oliva
Ingredienti
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- Friggete le melanzane tagliate a tocchetti.
- Tagliate a dadini il pesce spada e soffriggetelo in un tegame con la cipolla affettata finemente. Sfumate con il vino bianco e non appena sarà evaporato aggiungete i pomodori spellati e tagliati a dadini.
- Salate e lasciate cuocere fin quando la salsa non si sarà addensata.
- Lessate le mezzemaniche, scolatele al dente e condite con la salsa di pomodoro e le melanzane fritte.
- Mescolate il tutto e guarnite con figlie di basilico fresco.
Ross says
Spada e melanzane… ed è subito Sicilia!!!
lapagnottainnamorata says
Un ottima SIcilia 🙂
Origini calabresi pure ? Una delle paste che preferisco è proprio questa…e visto che parto per la Cakabria da mia cognata chissà se non le verrà in mente….?
E’ davvero ottima 🙂 Grazie per essere passata e ancora auguri!!! 🙂
Claudia, ho scoperto di avere molte cose in comune con te e sono contenta di avere avuto questa occasione di lavorare in gruppo. A presto!
Una scoperta reciproca:) Grazie per essere passata ed è stato un piacere aver approfondito la tua conoscenza 🙂
Voglio ringraziarti ancora per il bel commento che mi hai lasciato, Claudia. Penso che non siamo niente senza memoria, e tu hai quella dei tuoi cari, da cui attingere. Approfittane!
Un grosso abbraccio.
Grazie a te Katia!