Quest’anno le piante da frutta ci hanno fatto dei gran bei regali.
Forse sentono che queste estati sono le ultime che mio padre può godere più o meno appieno e vogliono salutarlo come si conviene a chi ha speso tanto tempo e passione nel curarli e nel far diventare un pezzo poco ospitale di terra un angolo di paradiso.
Come che sia sta di fatto che raramente ho visto frutta del genere provenire dalla casa in campagna di mio padre, e si che la frequento da quarant’anni; in particolar modo ciliegie e visciole l’hanno fatta da padrone stupendoci con frutti pieni, dal colore rosso vivo e dalla polpa carnosa (per non parlare del sapore).
La produzione di visciole è stata così abbondante che ho deciso di farne le protagoniste di qualche ricetta che volevo provare da tempo: ed ecco che quindi dalla mia cucina è uscita prima una marmellata con cui prima o poi proverò a fare le crostatine di Sezze (e chi non sa di che parlo resti connesso…) e con quelle che sono rimaste ho provato a fare un liquore che a casa mia è sempre stato degna conclusione dei pasti dei giorni di festa: la ratafia.
Ora so che la ratafia è un qualsiasi tipo di liquore composto da un infuso di succhi di frutta e alcool, ma in passato ero convinta si trattasse di un liquore fatto solo con le visciole perchè così lo ha sempre fatto mio padre. Oggi per la giornata dei liquori e degli sciroppi del Calendario del Cibo Italiano vi propongo la sua ricetta della Ratafia di visciole, con negli occhi ancora l’immagine dei boccioni che riposavano al sole sul terrazzo della camera da letto dei miei al primo piano della casa in campagna.
Porzioni |
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- visciole
- vino bianco
- alcool puro 95%
- zucchero semolato
Ingredienti
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- Riempite un contenitore che potrete poi chiudere ermeticamente con le visciole - va bene un grosso vaso di vetro e poi copritele con il vino. Il quantitativo di vino deve essere quanto basta per coprire le visciole.
- Lasciate al sole all'aperto per 40 giorni.
- Passati i 40 giorni filtrate il liquido (con quello che resta potete fare un'ottima marmellata) ed aggiungete zucchero ed alcool puro al 95% secondo la seguente percentuale: per 10 lt di liquido aggiungere 1 lt di alcool e 3 kg di zucchero.
- Attendete almeno 30 giorni prima di consumare.
Aggiungo una piccola chicca. Qualche volta ho degli atteggiamenti al limite del compulsivo: ad esempio nel caso delle visciole, fino a che ci sono state ancora visciole da raccogliere non sono riuscita a fermarmi, per cui mi sono ritrovata ad un certo punto con millemila barattoli di marmellata, i miei bei boccioni di ratafia in fieri e questa scorta per l’inverno di visciole che non trovavano collocazione. Ancora una volta mi è venuta in aiuto la saggezza e l’esperienza paterna:
Prendete le visciole e mettetele in un vaso di vetro. Copritele di zucchero e lasciatele riposare al buio. Andate a controllare di tanto in tanto che siano sempre coperte di zucchero e se necessario aggiungetene ancora – devono essere sempre coperte di zucchero.
Ad un certo punto noterete che lo zucchero unendosi al succo delle visciole si sarà trasformato in un liquido: a quel punto è importante che le visciole siano sempre ricoperte dal loro succo.
Queste visciole sciroppate – se così vogliamo chiamarle, durano anni (io ne ho mangiate alcune risalenti a una decina di anni fa proprio qualche giorno fa e sono ancora tutta intera) e sono ottime gustate sul gelato, ma anche così…nature 🙂
Santa saggezza ed esperienza paterna!!! Ottimi consigli 😉
Grazie 🙂
Bella questa ricetta! Non la conoscevo. Appena mi capita la frutta “giusta” a tiro, non me la faccio scappare. Grazie!
Grazie per essere passata 🙂