La cosa più difficile che qualcuno sia chiamato a fare è, a mio parere, descrivere se stesso…mi rendo conto che la prima cosa che faccio – forse una tra le prime, non proprio la prima – è quella di andare nella sezione “about me” del suddetto blog… e quando penso a quello che dovrei scrivere io, vado sempre in crisi…mi sembra che qualsiasi cosa possa scrivere sia banale e non riporti davvero la mia essenza, la “vera me”…per cui ho pensato a una forma “narrativa” diversa per descrivermi, una sorta di intervista tra me e me…
Nome: Claudia
Età: 45
Stato civile: sposata
Figli: uno, alternativamente detto Attila, Vikingo, Pannolino (ora non più), Frodo, Hobbit
Professione: foodblogger (ah ah ah ah scherzo, per me questa non è una professione, è una passione). Sono architetto, mi occupo di Sicurezza sul lavoro.
Come nasce questo blog: questo blog nasce dall’incontro, grazie a una mia amica blogger (la bravissima Valeria di Torte delle mie Brame) con una bellissima comunità di blogger, Le Bloggalline con le quali mi sono scoperta a condividere l’etica e la qualità dei contenuti proposti. Per cui, abbandonata la veste e il blog precedente, mi sono tuffata in questa nuova avventura…
Hai parlato di questo blog e poi di blog precedente: si, questo non è il mio primo blog, in realtà è il terzo e mi piace pensare che faccia parte di un percorso evolutivo che è nato un paio di anni fa con il primo blog che si chiamava “Tra fornelli e pannolino” (dove il pannolino era ovviamente mio figlio). Nato come uno dei blog di Giallozafferano, presto ho cambiato il nome al blog in “Il peperone crusco” perché il primo nome mi sembrava troppo contestualizzato.
Successivamente, mi sono resa conto che mi stavo indirizzando verso un modo diverso di fare blogging, per cui ho lasciato Giallozafferano e sono diventata una blogger indipendente con un blog tutto nuovo nel nome e nei contenuti: “La pagnotta innamorata”, il cui nome è un omaggio alla mia passione per i lievitati di qualsiasi forma e dimensione 🙂 Poco dopo Valeria mi invitava a entrare nelle bloggalline e il resto è storia 🙂
Successivamente, mi sono resa conto che mi stavo indirizzando verso un modo diverso di fare blogging, per cui ho lasciato Giallozafferano e sono diventata una blogger indipendente con un blog tutto nuovo nel nome e nei contenuti: “La pagnotta innamorata”, il cui nome è un omaggio alla mia passione per i lievitati di qualsiasi forma e dimensione 🙂 Poco dopo Valeria mi invitava a entrare nelle bloggalline e il resto è storia 🙂
Come nasce la tua passione per la cucina: la mia passione per la cucina è nata con me. Ricordo che quando ero bambina desideravo da morire il dolce forno, una sorta di forno giocattolo che sfornava una sottospecie di biscotti-tortine…La mamma riuscì ad evitare il martellamento delle mie richieste solo promettendo che quando sarei stata in grado di utilizzarlo senza rischi per me, per la casa e per chi l’occupava mi avrebbe permesso l’utilizzo del forno.
Come nasce una tua ricetta: partiamo dal presupposto che ricette veramente mie, solo mie, qui non ce ne sono molte….spesso prendo spunto e poi ritocco, rimaneggio, alle volte lasciando quasi intatto il piatto originale, altre rendendolo irriconoscibile. Ma tornando alla domanda, una ricetta proprio mia parte dagli ingredienti e da come voglio accostarli, poi comincio a rimuginarci sopra, lascio andare la testa, l’istinto, alle volte la soluzione arriva di notte, mi addormento con il problema e mi sveglio nel cuore della notte con la ricetta in testa.
Cosa ti spinge a provare un piatto piuttosto che un altro: normalmente è una cosa istintiva…non rifletto, alle volte è una foto, la sensazione che mi da…altre volte invece mi catturano gli ingredienti. Ho comunque una certa tendenza a provare le ricette della tradizione, quelle classiche, con una certa predilezione per quelle italiane…ma mi sto dirigendo anche verso quelle straniere 🙂
Come definiresti il tuo modo di cucinare: tendenzialmente semplice, senza troppe lavorazioni, generalmente alla portata di tutti (anche perché con un bimbo di quasi 6 anni per casa i tempi lunghi me li devo necessariamente dimenticare :))…ma non disdegno le incursioni nel mondo della cucina più elaborata, quando ho voglia e tempo 🙂
Chef preferito/i: In generale amo molto Gordon Ramsay, Antonino Cannavacciuolo e Bruno Barbieri. Per la pasticceria Iginio Massari, Leonardo Di Carlo, Luca Montersino. Per la panificazione Piergiorgio Giorilli, le sorelle Simili e recentemente ho conosciuto grazie a un corso fatto su canditure e confetture il maestro Morandin e ne sono rimasta folgorata.
La tua ricetta del cuore: ne ho molte, non credo ci sia una ricetta del cuore per me, come non ho un solo libro preferito, o una sola canzone preferita, o un solo film preferito e via discorrendo…I miei piatti preferiti sono legati ai momenti che vivo quando li consumo: se devo pensare ad un alimento preferito per un pranzo o una cena in casa mi viene subito in mente un buon primo piatto, non necessariamente elaborato.
Se invece devo pensare a un invito a cena, la prima cosa a cui penso è un buon secondo di carne, leggermente complesso e dalla cottura lunga, un buon arrosto o uno stracotto.
Se invece devo pensare a un invito a cena, la prima cosa a cui penso è un buon secondo di carne, leggermente complesso e dalla cottura lunga, un buon arrosto o uno stracotto.
Ingrediente preferito: l’amore (sembra smielato ma non lo è, davvero credo che sia l’ingrediente essenziale, non solo il preferito)
Cottura preferita: amo il forno, credo che senza non potrei stare. In fin dei conti il blog si chiama La Pagnotta Innamorata per un motivo…:)
Chi è il tuo critico inflessibile e incorruttibile: sicuramente e inderogabilmente mio padre
L’utensile che hai sempre in mano: sicuramente i coltelli, di cui sono gelosissima e che non faccio toccare a nessuno
Se fossi un piatto, cosa saresti: sarei uno dei grandi lievitati (pasquali o natalizi scegliete voi), uno di quei piatti che richiedono lavoro, tempo, passione e dedizione.
L’importanza della fotografia nel tuo blog: quando ho aperto il primo blog scattavo con il cellulare, foto fatte senza criterio, senza la minima cognizione di causa. Non sapevo cosa fosse la luce, come dovesse essere usata, non sapevo dell’esistenza dei props (anche se pur non sapendolo ne sono sempre stata una addicted) – per chi si chieda cosa sono i props, sono tutta quella serie di ciotole, ciotole, piatti e piattini che si usano per impiattare e creare i set per la photofood – non conoscevo a fondo nessun tipo di macchina fotografica (non è che ora la situazione sia molto diversa a questo proposito)…insomma basta tornare indietro nel tempo e cercare le prime foto del mio blog per rendersene conto 🙂
Ora la situazione è un po’ migliorata….ho comprato una reflex che va bene per i miei scopi (uso una Canon EOS 650D), ho girovagato sul web cercando info su come sistemare i set per fare foto decenti, mi sono ricavata il mio angolino smontabile in sala, ho preso un cavalletto su Amazon (santo subito), un paio di corsi su photofood e post produzione….insomma le mie foto ora sono accettabili, anche se c’è ancora e sempre spazio per un netto miglioramento 🙂
Ora la situazione è un po’ migliorata….ho comprato una reflex che va bene per i miei scopi (uso una Canon EOS 650D), ho girovagato sul web cercando info su come sistemare i set per fare foto decenti, mi sono ricavata il mio angolino smontabile in sala, ho preso un cavalletto su Amazon (santo subito), un paio di corsi su photofood e post produzione….insomma le mie foto ora sono accettabili, anche se c’è ancora e sempre spazio per un netto miglioramento 🙂