Sono onesta. Quando ho visto la sfida del mese dell’MTC proposta da Vittoria Traversa del blog La cucina piccolina, sono rimasta un pò delusa…non perchè sia un brutto tema, per carità….bellissimo tema, adatto al periodo (dopo gli stravizi delle feste ci stava benissimo in effetti)…ma io proprio non amo minestroni e zuppe (anche se ricordo una minestra di zucchine assaggiata quest’estate a casa dei miei che era un capolavoro 🙂 ) Avevo seri dubbi di riuscire a tirar fuori una proposta di qualsiasi genere (originale poi non ne parliamo), invece col passare del tempo di idee me ne sono venute in mente addirittura quattro, e tutte diverse l’una dall’altra 🙂 Le strane vie della provvidenza….
Come prima proposta un classico della cucina toscana, un omaggio a un periodo della mia vita che ricordo con nostalgia e che spero prima o poi di replicare (nessun rebus, ho vissuto ad Arezzo per cinque anni e spero prima o poi di tornarci a vivere): la Ribollita. La ricetta non è mia, ho navigato in lungo e largo per il web cercando la ricetta originale ed ho preso quella che mi sembrava la migliore (questa), alla quale ho comunque apportato qualche piccola modifica. Spero che i toscani doc non me ne vogliano se non è proprio quella originale, sicuramente è stata molto apprezzata da chi l’ha mangiata 🙂
La ribollita è un piatto povero di origine contadina, tipico delle zone di Pisa, Firenze e Arezzo. Composto praticamente da verdura, legumi e pane deve la sua particolarità, e il suo nome, al fatto che veniva preparato di venerdi sera dalle contadine in gran quantità, e veniva (appunto) “ribollito” nei giorni successivi, ed ogni volta che veniva ribollito acquistava in sapore. Gli ingredienti principali sono fagioli (borlotti, toscanelli o cannellini) e il cavolo nero, e perchè la zuppa abbia proprio il sapore che la distingue è necessario che il cavolo abbia “preso il ghiaccio”, sia cioè passato attraverso una o più gelate invernali che ne ammorbidiscono le foglie.
LA RIBOLLITA TOSCANA
Ingredienti:
- fagioli cannellini secchi 400 g
- cavolo nero 800 g
- cavolo verza 800 g (circa 1/2 palla o 1 piccola)
- 2 patate
- 2 carote
- 1 costa di sedano
- 1 cipolla
- 2 spicchi d’aglio
- pane toscano raffermo 400 g
- pomodoro pelato 300 g
- timo
- olio extravergine di oliva
Procedimento:
- La sera precedente mettere in ammollo i fagioli assieme ad un pizzico di bicarbonato. L’indomani lessateli in circa 2 lt di acqua insieme ad uno spicchio di aglio (che poi toglierete).
- Cotti i fagioli metterne da parte la metà e passate il restante insieme alla loro acqua di cottura.
- Preparate un trito di sedano, carote e cipolle e mettetelo a soffriggere in una pentola capiente con un paio di cucchiai di olio extravergine di oliva, quando il trito darà un pò appassito insaporire con un pò di timo.
- Unire le patate tagliate a tocchetti, cavolo nero e cavolo verza puliti e tagliati a striscioline, unite poi il pomodoro e far insaporire per qualche minuto.
- Aggiungere quindi il passato di fagioli e far cuocere per circa un’ora.
- Unite alla zuppa anche i fagioli che avevate tenuto da parte e il pane spezzato a pezzi grossolani, mescolate continuando a tenere la zuppa sul fuoco per un altra mezz’ora, in modo da uniformare bene il tutto e insaporire il pane.
- Il giorno successivo rimettete la zuppa sul fuoco e fatela ribollire insieme a un filo di olio extravergine di oliva.
- Servire ben calda insieme a cipolla cruda tagliata molto sottile, pepe nero macinato al momento e un giro di olio extravergine di oliva.
Con questa ricetta partecipo alla sfida #53 dell’MTChallenge
Rachele says
Ciao! Ti ringrazio per aver scelto tra mille proprio la mia ricetta! Non preoccuparti delle piccole modifiche, secondo me hai fatto una splendida ribollita! 😀
Complimenti per il post e per il blog! Tornerò presto a trovarti!
Ciao! 🙂
lapagnottainnamorata says
Grazie mille Rachele:) Ho scelto la tua perchè “a naso” mi sembrava la migliore, quella più vicina alla ricetta tradizionale (e normalmente io ricerco la tradizione quando mi avvicino una prima volta ad una ricetta)…grazie mille per le tue parole, grazie mille per essere passata, e complimenti per il blog:)
posso sogghignare?
è la maledizione dell’mtc. La volta in cui dici “no, non ce la posso fare/no,, non mi piace/no, non è per me”- quello si offende e te lo fa vedere lui, se non ce la puoi fare.
Parlo a ragion veduta, anche perchè ho già visto che cosa hai tirato fuori dal pentolone: e parlo con la soddisfazione di chi vede creatività, talento e misura, che trovano proprio nella sfida in apparenza meno sentita la loro espressione più piena.
Come scrivevo a Giulietta, che ha preparato la ribollita di casa sua, quando la tradizione si ramifica in mille rivoli nessuno può dirsi detentore della ricetta unica. Lo decide il palato. E credo che questa tua ribollita abbia tutte le carte in regola per farsi scegliere, da tutti i palati del mondo. Bravissima!
Le tue parole per me sono veramente un balsamo lenitivo in un momento tutt’altro che facile, rispecchiano del tutto quello che sono e che provo, e se si potessero trasformare in un’istantanea sarebbero un’immagine di due sere fa, in cui mi trovavo in salone con mia madre mentre al portatile facevo ricerche per la terza proposta…grazie mille davvero per l’mtc, per il calendario del cibo (anche se a seguire quello ho più difficoltà) e per tutto quello che tu in primis e tutti gli altri rappresentate per me e per quelli come me 🙂
Ma vedi che non bisogna mai disperare?
Sai quante volte mi è capitato di dire non mi piace il tema, non è nelle mie corde, stavolta passo……
no dai si gioca, quindi si gioca sempre! Se non ricordo male ho giocato anche con uno spatascio una volta.
E invece vedi che ti è venuta un’idea bellissima! La ribollita è la regina delle zuppe e la tua è veramente appetitosa.
Aspetto perfetto!
Grazie mille Vittoria:) Ci tenevo a dirti che nonostante il mio poco amore per il meraviglioso mondo delle zuppe, non ti ho mai tirato accidenti:))) A parte gli scherzi, devo dire che purtroppo ho partecipato solo con due proposte…purtroppo non ho avuto modo (ancora) di fare la terza…e ce ne sarebbe stata anche una quarta….com’è strano, sono poi proprio le cose che meno ci attirano a stimolarci di più 🙂
Grazie mille per essere passata!