Quando ero piccola a Natale molti doni arrivavano a casa mia, era un tripudio di cesti e scatole colorate dai grandi fiocchi, segno della gratitudine dei pazienti nei confronti del loro medico: mio padre. Ma quelli a me più graditi erano senz’altro i dolci fatti in casa, dolci della tradizione, che alle volte arrivavano da molto vicino, da quei parenti che frequentavo spesso e che per tradizioni e modi di vivere mi erano più vicini…ma altre volte erano dolci che arrivavano dai parenti che vivevano lontano da noi e che portavano con se gli odori e i sapori di una famiglia che nonostante avessi avuto modo di conoscere poco, era comunque la mia.
Questo dolce che vi presento oggi, mia madre la chiama pitta ccu ppassule, ma si conosce come pitta nchiusa, ed è un dolce tipico calabrese del periodo delle feste. Lo preparava mia nonna nel periodo prima di natale e mia mamma la guardava lavorare per ore, stendere la pasta sottile come una sfoglia, preparare il misto di frutta secca e aromi che serviva da ripieno e poi lavorare il dolce con le sue abili mani per dargli la caratteristica forma. Nonostante lei fosse quella che la stava a guardare, è mia zia che ha portato avanti la tradizione di famiglia, ed erano sue le pizze che arrivavano a casa nostra nel periodo natalizio…quest’anno ho voluto provare a realizzare la ricetta della zia…e mi sono dovuta arrabattare tra i ricordi di mia madre, i miei ricordi sensoriali e le ricette trovate in rete…alla fine, la ricetta migliore che ho trovato è stata quella del blog Trattoria da Martina (la cui ricetta originale trovate qui) che ho integrato con i miei ricordi e con quelli di mia madre…
Ingredienti per la pasta:
- 500 gr farina 00
- 2 uova
- 1/2 bicchiere di olio extravergine di oliva
- 1 bicchiere di vino dolce (io passito di pantelleria)
- 1 bustina di lievito chimico per dolci
- 1 pizzico di sale
Ingredienti per il ripieno:
- Scorza di un arancia non trattata
- 400 gr gherigli di noci
- 250 gr uva passa
- zucchero semolato q.b.
- cannella in polvere q.b.
- chiodi di garofano in polvere q.b.
- miele q.b.
Procedimento:
Prepariamo il ripieno: un paio di ore prima mettere a bagno l’uvetta in acqua calda e farla ammollare. Durante il tempo dell’ammollo cambiate spesso l’acqua all’uvetta, noterete che la prima acqua sarà quasi unta, sono tutte le impurità e le sostanze che mettono nel prodotto per conservarlo e renderlo bello lucido. L’uvetta sarà pronta e pulita quando l’acqua che si usa per ammorbidirla sarà limpida. Lasciatela asciugare (o asciugatela con uno strofinaccio) e mettetela da parte. Prendete i gherigli di noce e tritateli grossolanamente con il coltello. Prendete la buccia dell’arancia non trattata e tagliatela in piccolissimi cubetti.
Unire tutti gli ingredienti in un contenitore capace e passare a preparare la pasta: disporre a fontana la farina sulla spianatoia (o su un tavolo), nel buco centrale versare l’olio mescolato con il vino e fatti precedentemente intiepidire, il sale, il lievito chimico per dolci e le uova. Impastare fino ad ottenere una palla liscia “come il culetto di un neonato” (diceva mia nonna).
Prendere un terzo dell’impasto e stenderlo in un cerchio molto sottile del diametro di circa 30-32 cm. Ricoprire con questo cerchio di pasta una teglia tonda da 28 cm foderata di carta forno in modo che bordi un po’ e cospargetelo di abbondante zucchero semolato, cannella e chiodi di garofano in polvere.
Dall’impasto rimanente prendere dei pezzi di pasta e stenderli con il matterello (ma potete anche usare la sfogliatrice) in rettangoli di circa 7-8 cm di larghezza. Cospargetelo di zucchero semolato, cannella e chiodi di garofano in polvere e poi disponete al centro il ripieno di uva passa, noci e buccia di arancia. Piegate poi la striscia a metà richiudendo il ripieno nella pasta e arrotolatela su se stessa a formare una rosellina che posizionerete al centro del cerchio di pasta sulla teglia.
Ripetete queste operazioni con il resto dell’impasto e del ripieno fino a quando non avrete esaurito l’impasto ottenenendo tante roselline. A questo punto la configurazione classica consiste nel mettere le rosolino una accanto all’altra a riempire la teglia, io invece seguo la configurazione di mia nonna. Srotolo una dopo l’altra le varie roselline a seguire la prima che ho disposto al centro in modo da formare una spirale fino a riempire la teglia. Quando la teglia sarà piena (quale che sia il “disegno” che avete deciso di fare) alzare i bordi della sfoglia che funge da base in modo da racchiudere le rose (o la spirale)e con uno spago legate la circonferenza della pista (è facoltativo ma molto scenografico). Se è avanzato del ripieno riempite gli eventuali “buchi” che possono essersi formati nel posizionamento delle roselline e poi cospargere la pitta con abbondante zucchero semolato.
Cuocere in forno ventilato a 180° per circa 40 minuti, finché il dolce non sarà ben dorato e croccante. Sciogliete il miele al microonde fino a che non diventa quasi liquido e con un cucchiaio spargerlo sul dolce cotto fino a riempire ogni parte del dolce. Lasciar raffreddare e gustare il dolce il giorno successivo.
Lascia un commento